Il Piano di Transizione 4.0, incentivato dal PNRR, l’obiettivo di sostenere la trasformazione digitale delle imprese. Si tratta di agevolazioni calcolate e determinate direttamente dall’azienda ed è molto opportuno prestare particolare attenzione nella stesura della documentazione necessaria per tracciare il percorso seguito nella stima dei vantaggi fiscali.
Come è articolato l’intervento
L’intervento è articolato nei seguenti benefici di natura fiscale:
- credito d’imposta per i beni strumentali materiali 4.0
- credito d’imposta per beni immateriali 4.0
- credito d’imposta per beni materiali e immateriali c.d. “ordinari”
- credito d’imposta per ricerca e sviluppo
- credito d’imposta per attività di formazione 4.0
Piano Transizione 4.0, quali sono le novità più rilevanti
Il Piano Transizione 4.0, ha alcune novità rilevanti. Una di queste è il credito d’imposta per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo. Questa agevolazione ha subìto una profonda riforma: adesso, è diventata una delle principali sovvenzioni a sostegno della competitività delle imprese.
A differenza di quanto avviene in altri contesti, la misura non prevede che ci siano delle procedure istruttorie per rendere ammissibili gli investimenti ex ante.
Questo è sicuramente un meccanismo che rende particolarmente appetibile l’agevolazione. Il rischio, però, è quello di esporre le imprese alla non corretta qualificazione degli investimenti ai sensi della disciplina agevolativa.
La distribuzione degli interventi
Uno dei dati più importanti da tenere in considerazione è la distribuzione degli investimenti. Questi sono stati utilizzati trasversalmente da ogni tipo di azienda, indipendentemente dalla sua grandezza. Entrando un po’ di più nello specifico, gli investimenti sono stati effettuati da:
- microimprese: 13,3%;
- piccole imprese: 33,7%;
- medie imprese: 31,6%;
- grandi imprese: 21,3%.
Gli investimenti hanno interessato trasversalmente diversi settori.