Il Summit a Glasgow sugli obiettivi del 2030
I leader mondiali concluderanno oggi il loro summit di due giorni nell’ambito della COP26 di #Glasgow (in programma fino al 12 novembre) con una dichiarazione nella quale si impegnano a porre fine alla deforestazione entro il 2030 con un un accordo raggiunto da 19,2 miliardi di dollari. Un summit che ha raccolto non poche critiche e perplessità, da parte degli addetti ai lavori e non, ma che si è prefissato alcuni obiettivi indispensabili in termini di cambiamento climatico verso i quali i Paesi partecipanti convergono.
“Dobbiamo fermare la devastazione delle #foreste” del globo afferma Boris Johnson – a cui fanno eco le parole del principe Carlo che ammette: ‘Dobbiamo pensare come a una guerra’.
Il premier britannico ha formalizzato l’annuncio dell’impegno internazionale a interrompere il processo di deforestazione sul pianeta entro il 2030, aprendo i lavori della seconda giornata dei vertice dei leader alla CoP6, la conferenza sul clima in corso sul clima. Johnson ha sottolineato che la dichiarazione è stata sottoscritta da Paesi che ospitano l’85% delle foreste del mondo e ha elogiato l’adesione di Paesi come Russia, Cina, Indonesia, Colombia, Congo e il Brasile. E ha evocato anche finanziamenti “senza precedenti”.
Da un’iniziativa globale col presidente Usa, Joe Biden, per ridurre le emissioni da metano del 30% entro il 2030, al lancio di un progetto sull’innovazione e le tecnologie del futuro, con Bill Gates.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, su Twitter: “Sono impaziente – scrive – di affrontare le principali questioni climatiche: il prezzo del carbonio, con Justin Trudeau; la lotta ai cambiamenti climatici “attraverso lo sviluppo delle infrastrutture” e l’Impegno Globale sul Metano con Biden; il tema delle foreste; e la questione dell’innovazione con Bill Gates ed il presidente della Bei, Hoyer”.
A Glasgow la prima giornata della Cop26 era iniziata con dati piuttosto allarmanti.
“Occorre agire subito”, questo l’appello di tutti i capi di governo.
Ma sono bastate poche ore per capire che la strada per raggiungere un accordo che consenta di azzerare le emissioni nel #2050 è tutta in salita.
“L’iniziativa della Cop26 è molto molto importante – ha affermato il premier Mario Draghi in un punto stampa a margine della Cop26 -, traccia il percorso che dovremo intraprendere tutti insieme per dare risposta al problema che non possiamo risolvere da soli. Un singolo Paese non può rispondere a questi problemi e questa forse è la più importante iniziativa collettiva diretta a questo fine”. “Prima si ignorava completamente il problema, ora c’è crescente consapevolezza sul clima”.
“Ci sono comportamenti poco coerenti e questo indebolisce la posizione dei Paesi molto virtuosi”, ha spiegato il premier. “Non credo si ottenga molto sul clima indicando i Paesi colpevoli e i Paesi innocenti, perché i colpevoli sono moltissimi e gli innocenti sono pochissimi”, ha aggiunto.
Poi ancora: “Con la ripresa delle attività economiche, le emissioni sono tornate già oltre i livelli pre-Covid”. “Da questo Cop26 mi aspetto che costruisca sui risultati del G20 e vada più in là”.
“Con la diplomazia dello scontro non si arriva a niente: deve essere basata sulla vicinanza nel perseguimento di un obiettivo comune, non sullo scontro. Le difficoltà geopolitiche non aiutano, bisogna essere capaci di superarle”.
“Il G20 è l’ultimo passo di un anno di lavoro in cui si sono ottenuti pienamente risultati straordinari come quello inseguito per anni e anni” sulla Global minimum tax. “Anche il collegamento tra finanza e salute, si crea una task force dentro l’organizzazione mondiale della sanità. Ci sono stati molti risultati”.
“Ora ragioniamo su una riduzione delle emissioni a tecnologie esistenti, ma c’è un campo immenso come sul Covid e sui vaccini in cui le tecnologie possono aiutare sulla #transizioneecologica“, aggiunge. “Un grande aiuto lo vedo arrivare dalla #tecnologia“.